Cinema

Detachment- Il distacco

Detachment- Il distacco

Un film estremo. Senza dubbio. Nessuno spiraglio d’aria in quest’apnea di 97 minuti. Nessun appiglio in questa caduta nel baratro. Tutto è in frantumi. Devastato dall’«olocausto del marketing». Accompagnato da un «implacabile disagio». Costretto a sopravvivere con la «nausea nel cuore». Il rimedio non esiste o se c’è è quello di «preservare la nostra mente», di «coltivare la coscienza secondo il nostro criterio di credenze», di agire come «il cuore intelligente di un bambino [che] può arrivare nei luoghi più oscuri ma riesce a cogliere il momento del proprio distacco». Insomma, il pharmacon è di evitare che la società del marketing, i canali di produzione continuino a indirizzare a proprio uso e consumo la decodifica degli eventi o il completamento delle interazioni attraverso associazioni di immagini, parole e suoni. E qual è questo rimedio? La lettura, sostiene il professore di letteratura Henry Barthes. Leggere potrebbe salvarci contro chi manipola le menti per renderci passivi esecutori della nostra vita in assoluta conformità con quella degli altri. Il risultato di questo spurio indottrinamento infatti sono le masse irreggimentate e monopolizzate. Persone deprivate affettivamente, uniformate al resto di automi, omogeneizzate e soprattutto senza futuro come le cose che stanno.
Ma andiamo alla trama. Henry Barthes è un supplente di letteratura alle superiori. Finisce in una scuola ad alto rischio di criminalità e a basso rischio di apprendimento. Le masse irreggimentate e monopolizzate e manipolate e deprivate stanno tutte lì. Nella scuola di Henry Barthes. Non si tratta ovviamente del solito film in cui il bravo prof insegna agli alunni come si vive. È Henry che impara ancora. Tristemente apprende che non c’è nulla da fare per sorreggere la nuova generazione allo sbando e la vecchia al collasso. Guarda tutto con il distacco emotivo necessario. Eppure è coinvolto nel giro di eventi, in modo totale. Eppure piange e si dispera con lo sguardo. Eppure lo scopriamo buono e gentile, pronto a dare sempre una mano. Eppure è triste, pensieroso. Non è in rivolta, però. Mai. Forse soltanto in un’occasione si ribella agli eventi, quando urla contro l’infermiera che dovrebbe accudire il nonno materno e invece per ogni esigenza chiama sempre Henry. Il nonno è l’unico parente che ha. È lui che l’ha cresciuto dall’età di sette anni, ma è sempre stato Henry a prendersi cura di lui in fondo. Forse il nonno è la causa di tutti i suoi mali, di questo silenzio dell’anima e di questo peso nell’anima. Eppure Henry gli vuol bene e lo cura con tutto l’amore possibile. Il suo distacco è camusiano, senza dubbio. Come Meursault de Lo straniero che uccide senza rendersi conto di ciò che fa e muore senza mai difendersi, Henry si ritrova a far famiglia con una prostituta bambina senza capire in che modo sia accaduto e nella stessa maniera diviene la goccia fatidica che spinge Meredith, una studentessa obesa, al suicidio.
La sceneggiatura di questo film è come un albero carico di frutta in ogni ramo. Troppo carico, bisogna ammetterlo. Le storie che s’intrecciano a quella principale sono davvero tante e la morale sottesa a ognuna e all’intero film è tragicamente vera ma ha il sapore della predica o la forma della sentenza, emessa da chi è spinto da una rabbia atavica. Non lascia spazio. Non lascia spazio al futuro. Non lascia spazio alla speranza. Non fa respirare, insomma.
Eppure Tony Kaye riesce nel suo intento. Il film è d’effetto e anche se troppo è da vedere, anche se con qualche riserva non si può negare che sia un buon film. L’uso del grandangolo, le riprese con la telecamera a mano e quei tratti quasi documentaristici rendono alla pellicola il tocco del maestro. Eccellente l’interpretazione di Adrien Brody (premio Oscar nel 2003 con Il pianista), anche produttore di questo film.
Bellissime nel loro surrealismo le scene finali del film.

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Detachment – Il distacco
Detachment
Regia di Tony Kaye
Sceneggiatura di Carl Lund
Produttore esecutivo: Adrien Brody
Montaggio di Michelle Botticelli e di Barry Alexander Brown
Musiche di The Newton Brothers
Interpreti e personaggi: Adrien Brody (Henry Barthes); Sami Gayle (Erica); James Caan (Sig. Charles Seaboldt); Christina Hendricks (Signorina Madison); Lucy Liu (Dr. Doris Parker); Marcia Gay Harden (Preside Carol Dearden); Bryan Cranston (Richard Dearden); William Petersen (Sig. Sarge Kepler); Blythe Danner (Sig.ra Perkins); Tim Blake Nelson (Sig. Wiatt); Isiah Whitlock Jr (Sign. Mathias).
USA, 2011